Edizioni Einaudi - 2006 - 330 pp. - 15,5 €
"Martedì ci furono quattro pecore sgozzate a Ventebrune, nelle Alpi. E giovedì nove a Pierrefort. I lupi, - disse un vecchio. - Scendono a valle." Ma è davvero un lupo che uccide tra le montagne del Mercantour? Mentre le superstizioni e le leggende cominciano a girare, un sospetto si diffonde: non è una bestia, potrebbe essere un lupo mannaro. Quando Suzanne viene ritrovata sgozzata, il dubbio diviene certezza. Una nuova inchiesta per lo stralunato Adamsberg e il suo vice, il coltissimo e iperrazionalista Danglard.
Il più gotico e pauroso tra i gialli della misteriosa zooarcheologa medievalista francese che si cela dietro lo pseudonimo di Fred Vargas, protagonista di grandi successi letterari e autrice di romanzi che raggiungono regolarmente i vertici delle classifiche dei bestseller d’oltralpe.
Definita “l’anti Patricia Cornwell” (ha dichiarato: «Non sopporto i gialli ultraviolenti che raccontano crimini complicatissimi: un delitto è sempre semplice») la scrittrice scrive le sue storie di getto durante i ventun giorni di vacanza annuale e ha pubblicato dal ’92 quasi un libro all’anno. Fino ad oggi in Italia sono usciti per Einaudi Chi è morto alzi la mano, Io sono il tenebroso, Parti in fretta e non tornare e Sotto i venti di Nettuno. I lettori ne apprezzano soprattutto lo stile ironico e incisivo ma anche l’originalità dell’intreccio, l’accuratezza dei particolari, il gusto per il ragionamento deduttivo, che pagina dopo pagina conduce alla rivelazione finale.
Tutte queste caratteristiche, degne della più classica e impeccabile detective story, si ritrovano anche in questo romanzo (scritto nel 1999 ma pubblicato ora per la prima volta in Italia) che porta ancora una volta sulla scena il protagonista dei libri precedenti: il commissario Jean-Baptiste Adamsberg del tredicesimo arrondissement di Parigi. L’azione non è ambientata nella capitale francese ma in un luogo aspro e inospitale: i monti del Mercantour. Qui, alle spalle di Nizza, hanno fatto la loro ricomparsa i lupi, segnalati per i numerosi attacchi agli ovili che hanno seminato il panico tra la popolazione locale. In un paesino tra questi monti, si è stabilita Camille, l’eterna amante in fuga del commissario, che, assieme a Lawrence, un amico ricercatore canadese, indaga su una catena di orrendi delitti. I sospetti dei due si incentrano su Massart, uno strano individuo, un “lupo mannaro” redivivo, a cui viene attribuito l’assassinio di una giovane del luogo, Suzanne. Ma spesso le soluzioni, anche dei casi più complicati, sono più semplici di quanto si immagini, come scoprirà il commissario Adamsberg, che, accorso in quei luoghi per rivedere Camille, finirà per scoprire la verità.
Perfettamente costruito, dotato di un’elegante impalcatura narrativa, nel rispetto delle unità classiche di luogo, di azione e di tempo, il romanzo calibra magistralmente tensione e caratterizzazione di alcuni ineguagliati tipi umani, riservando ai lettori un finale sconvolgente.
(tratto da ibs)
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