Edizioni L'immagine - 2004 - 141 pp. - 10€
"Prima lettera dalla Kirghisia
Cari amici,
non sono venuto in Kirghisia per mia volontà o per trascorrere le ferie, ma per caso. Improvvisamente ho assistito al miracolo di una società nascente, a misura d’uomo, dove ognuno sembra poter gestire il proprio destino e la serenità permanente non è un’utopia, ma un bene reale e comune.
Qui sembra essere accaduto tutto ciò che negli altri Paesi del mondo, da secoli, non riesce ad accadere. Arrivando in Kirghisia, ho avuto la sensazione di “tornare” in un Paese nel quale in realtà non ero mai stato. Forse perché da sempre sognavo che esistesse. Il mio strano “ritorno” in questo meraviglioso Paese, è accaduto dunque casualmente. Per ragioni tecniche, l’aereo sul quale viaggiavo ha dovuto fare scalo due giorni nella capitale. In ogni settore, pubblico e privato, non si lavora più di tre ore al giorno, a pieno stipendio, con la riserva di un’eventuale ora di straordinario. Le rimanenti 20 o 21 ore della giornata vengono dedicate al sonno, al cibo, alla creatività, all’amore, alla vita, a se stessi, ai propri figli e ai propri simili… "
Un libro che fa sognare, ma soprattutto pensare.
Abbiamo incontrato, qualche mesa fa, Silvano Agosti.
Un grande regista, sceneggiatore ed ora anche scrittore affascinato dalla Kirghisia e , soprattutto, coinvolgente nella lucida e semplice descrizione di un mondo diverso, forse possibile.
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