Maria Luisa Busti - La pergola dell'uva clinta - La Memoria del Mondo Libreria Editrice - 2011 - 172pp. - € 15,00
Le vicende raccontate in questo libro si dipanano nel breve arco temporale che va dalla fine dell’Ottocento ai primi anni del Novecento, e si svolgono nel mondo circoscritto di una grande
cascina e dei luoghi che la circondano. Ad un primo sguardo, sembra che nulla possa cambiare in questo mondo immobile come un presepe, dove la vita scorre regolata dai ritmi delle stagioni
e dei raccolti.
Ma le rivolte dei paesani incendiano la campagna e i personaggi devono fare i conti con avvenimenti che li sovrastano, travolgendoli.
Come foglie in balìa della corrente, trascinati dai gorghi della Storia e dai loro drammi privati di tradimenti e amori rifiutati, gli uomini e le donne della Cascina Grande resistono alla bufera vivendo spalla a spalla e sorreggendosi a vicenda.
In quel misterioso viaggio nel tempo che è la vita, la pergola dell’uva diventa il luogo della tregua, dove per un poco tace il rumoreggiare inquieto della Storia e dove si placano anche i sentimenti più dolorosi.
Maria Luisa Busti è nata a Magenta dove vive col marito e i due figli e dove ha insegnato per molti anni. Collabora con un giornale locale sul quale sono pubblicati i suoi racconti.
“La pergola dell’uva clinta” è il suo primo romanzo.
... Nelle sere d’estate incrociava l’Oreste che andava a far erba per i
conigli, con il falcetto appeso alla cintura e un grande sacco di iuta
sotto il braccio, diretto ai margini incolti dei prati, dove i sancarlini
dal profumo pungente crescevano alti e rigogliosi.
Venanzio lo salutava entrando nel cortile, animato e fervente di
attività. Si fermava sotto il portico, con gli occhi sui figli, impegnati
negli ultimi giochi, prestando un orecchio distratto alle parole della
moglie. Gli piaceva star fuori ancora un po’ a godersi la sera. Aveva in
mente solo la Dirce, allora, e non pensava che a lei mentre guardava
i vecchi muri e le cime degli alberi a cui la luce del tramonto strappava
bagliori dorati.
A poco a poco, pozze di oscurità avvolgevano il tetto dei fienili e
delle stalle, scendevano a inghiottire i porticati di fronte a lui,
nascondendo i rastrelli, le vanghe, i secchi e le carriole. Tutto ciò che
durante il giorno aveva aiutato l’uomo nella sua fatica ora veniva
stretto nell’abbraccio oscuro e silenzioso del riposo notturno.
Lui solo non trovava pace.
|